L’ambliopia, comunemente riconosciuta come occhio pigro, consiste in una marcata riduzione della qualità visiva in totale assenza di lesioni.
Colpisce nella maggior parte dei casi un solo occhio, più raramente entrambi gli occhi. Spesso è secondaria ad un difetto di refrazione o ad uno strabismo non riconosciuti.
L’ambliopia nell’età infantile
Se diagnosticato dal medico oculista nei primi anni di vita, è possibile trattarlo in modo adeguato arrivando in moltissimi casi alla sua completa eliminazione.
Ne è affetto il 5% dei bambini, una numero considerevole di pazienti, ma ad ogni modo se rilevata in tempo può essere eliminata totalmente con opportune terapie. Buoni risultati si raggiungono quando si eseguono diagnosi e cura entro i primi 10 anni di vita del bambino.
La possibilità di eliminare l’ambliopia è maggiore quanto più precocemente viene individuata e curata. Solitamente entro i 4-5 anni d’età è possibile avere ottimi risultati.
Le cause che possono portare all’ambliopia sono da individuare principalmente nei difetti refrattivi, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. Queste infatti inviano un’immagine poco nitida alla corteccia cerebrale, rallentando il normale sviluppo delle cellule cerebrali. Nei casi più gravi lo sviluppo delle cellule cerebrali possono essere fermate completamente.
Lo strabismo rappresenta la causa maggiore dell’ambliopia, costringe il cervello ad una riduzione di uno dei canali visivi.
Quando intervenire:
Se si evidenzia uno strabismo già nei primi 2-3 mese di vita o notando una pupilla bianca (cataratta congenita), dimensioni asimmetriche del bulbo o patologie simili già evidenziata in famiglia.
Uno dei metodi utilizzati per rilevarlo nei bambini piccoli, consiste nel notare se il bambino fissa un oggetto tendenzialmente sempre con lo stesso occhio.